Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse dell’organismo a determinati alimenti, che possono presentarsi sin dai primi anni di vita del bambino dando luogo a fastidiosi disturbi come mal di pancia, stanchezza, sinusiti, dermatiti e insonnia.
Spesso e volentieri le mamme tendono a fare un po’ di confusione tra allergie ed intolleranze alimentari.
Dovete sapere che le prime sono reazioni avverse ad un cibo su base immuno-immediate mentre le seconde sono legate all’incapacità dell’organismo di digerire e assimilare alcuni componenti degli alimenti.
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Nella allergie alimentari la reazione violenta è determinata da sostanze irritanti dette “allergeni” che quando vengono a contatto con le IgE (speciali anticorpi presenti nel sangue) determinano manifestazioni fisiche cutanee e respiratori piuttosto gravi (nei casi peggiori si rischia lo shock anafilattico).
Le intolleranze alimentari invece sono una reazione lenta e graduale dell’intestino che non tollera l’ingestione di certi cibi: essenon sono immuni-immediate ma dipendono da meccanismi enzimatici (carenza/assenza di enzimi deputati alla digestione di una determinata sostanza), tossici, farmacologici o pseudo-allergici.
Per la diagnosi di un’intolleranza alimentare è fondamentale l’anamnesi del paziente circa la frequenza dei sintomi e l’assunzione degli alimenti: è opportuno procedere con la “dieta a esclusione” eliminando per circa tre settimane i cibi sospetti in modo da individuare l’alimento responsabile di tale disturbo.
Tra le intolleranze alimentari più diffuse tra i bambini troviamo l’intolleranza alle uova, quella al glutine (forma meno grave della celiachia) e l’intolleranza al lattosio (zucchero contenuto nel latte).
I bambini colpiti da quest’ultima intolleranza presentano una carenza dell’enzima lattasi (responsabile della digestione del lattosio): lo zucchero dunque, non scomposto, arriva nell’intestino crasso e va incontro a fermentazione batterica determinando dolori intestinali e diarrea.